CHIESA DI SAN MARCO


La chiesa è collocata in posizione molto panoramica su una prominenza al margine sud dell’abitato. La sua costruzione è stata probabilmente avviata verso la metà del Quattrocento; se ne scrive nelle relazioni delle visite pastorali dei vescovi di Trento degli anni 1537, 1580, 1633, 1671, 1694, 1750 e 1768. Questo perché anche Piovere, dipendendo dalla pieve di Tignale, era soggetta alla giurisdizione della diocesi di Trento. Dal 1784, quando Tignale passò alla diocesi di Brescia, anche Piovere seguì le sorti della pieve matrice.

Nell’occasione della visita del 1633 il visitatore esortò “il popolo al compimento e perfetione della nuova fabbrica abbracciata d’essa chiesa e sacrestia col guernirla delle cose necessarie al culto divino”. Consacrò poi l’altare maggiore a San Marco e benedisse la campana “maggiore in honore della Santissima Vergine et la minore della Santa Maria Maddalena”. Nel 1642 l’opera fu compiuta. Già nel 1671 risultano esservi tre altari, dedicati a San Marco, alla Madonna del Rosario e a Sant’Antonio abate; nel 1750 quest’ultimo venne dedicato a San Filippo Neri, che compare nella tela. 
Piovere fu la “capella” che, per prima, manifestò una tendenza all’autonomia dalla pieve di Tignale; con decreto del 16 agosto 1574 dell’ordinario di Trento venne ammesso, mantenuto dalla popolazione, un curato residente. Nel 1640 venne concesso dal vescovo di Trento Carlo Emanuele Madruzzo il fonte battesimale purché venisse costituita una rendita di cento scudi e di lire sette per il mantenimento di un sacerdote, con l’obbligo di tre messe settimanali, mentre gli abitanti dovevano recarsi alla pieve di Gardola nei giorni festivi. 
Il 18 gennaio 1752 la chiesa fu consacrata. Piovere divenne parrocchia con decreto del vescovo di Brescia del 14 maggio 1790; primo parroco fu Carlo Antonio Gazetti.
L’altare maggiore, barocco ed ornato di colonne, nicchie e statuette, è attribuito agli scultori Pialorsi, noti come Boscaì, di Levrange. L’organo è opera di Gerolamo Venturelli (1716-1792), sacerdote, organista, nativo di Piovere; fu rimaneggiato da Giovanni Tonoli (1809-1889), noto organaro tignalese, e da Diego Porro. Degni di interesse sono la statua lignea della Madonna col Bambino, di scuola veronese, del Quattrocento, ed il dipinto “Madonna con i santi Marco, Giovanni Battista e Antonio da Padova”, i medaglioni con i Misteri del Rosario (1704) e la tela con “I santi Francesco Saverio, Antonio, Filippo Neri e Rocco” (1670), attribuita a Giovanni Battista Avrera. 
Di Giovanni Battista Avrera vedi l’articolo di Daniele Andreis, L’altare di San Giuseppe. La Sacra Famiglia e altre opere inedite di Giovanni Battista Avrera, in Tremosine nella storia. Voci, personaggi, vicende, 1, pp. 123-139.