IL FUNZIONAMENTO DELLA LIMONAIA


 

Oggi la limonaia del Pra dela Fam è stata restaurata, musealizzata e resa nuovamente produttiva, rispettando le antiche tradizioni dei mastri giardinieri di un tempo.
E’ possibile visitarla per scoprire la sua storia e i metodi produttivi che ancora oggi, come in passato, vengono utilizzati nella coltivazione degli agrumi.

La serra del Pra dela Fam presenta gli elementi tipici delle limonaie del Garda, una massiccia muraglia che la richiude a ridosso della montagna due muraglie laterali lungo gli otto terrazzamenti (còle), i pilastri, la travatura del tetto in legno, i caselli per il deposito dei materiali di copertura invernale, la vasca per la raccolta dell’acqua e le canalette per l’irrigazione, le scale e le mensole in pietra.

La muraglia, spessa circa 50cm, è esposta a sud-est per assicurare la massima esposizione ai raggi solari anche durante i mesi invernali. L’altezza varia dai 3 agli 8 metri, anche se nella parte anteriore raggiunge un’altezza massima di 2/ 3 metri. Anteriormente la muraglia è più solida per far da basamento alla prima fila di pilastri e per far fronte alla forza del lago nei casi in cui essa sia lambita dalle sue acque.

I pilastri sono tutti in pietrame legato con malta di calce, hanno una sezione quadrata di 50x50 cm e un’altezza che va dal metro ai 2 metri. Essi distano l’un l’altro 3 metri e servono a sorreggere una travatura realizzata da grossi puntoni di castagno dal diametro di circa 30/ 40 cm, detti sparadossi. Su questi vengono fissati perpendicolarmente con dei chiodi altri puntoni chiamati canter. Ai canter vengono inchiodate le assi di copertura del tetto. Ogni pilastro è collegato a quelli della stessa fila o alla muraglia da 3 ordini di travi in abete, chiamati filarole, esse sono travi quadrate inserite in apposite mensole provviste di chiodi ad occhiello che servivano per fissare le assi e le tavole a vetri sul fronte della limonaia esposta al sole.

La distanza tra un pilastro e l’altro viene chiamata cap o campa, in italiano campo, all’interno dei vari campi  le piante sono contornate da una struttura di legno chiamata castello, che serve a sostenere rami e frutti e a proteggere le piante dal vento. Ogni pianta necessita di 20 mq di campo.

Da marzo a novembre il materiale mobile per la copertura della serra viene accatastato in un apposito magazzino chiamato casale. Le operazioni di copertura iniziano a fine ottobre e richiedono l’impegno di numerosi operai (attualmente lavorano alla copertura una decina di persone per una settimana). Il materiale viene preso dai casali e viene distribuito dal fronte al retro seguendo la numerazione apposta su ogni elemento che costituisce la copertura. In passato, per mantenere ancora più calore nella limonaia, veniva utilizzata dell’erba fatta seccare (pàbol) con la quale si procedeva a tappare (stupinar) ogni fessura presente tra le travi.

I materiali di copertura sono principalmente 3: assi, vetrate e portiere

Le assi
Le assi (as) per il tetto sono in abete, spesse 3 cm, larghe circa 20 cm e lunghe 5-6 m. Se ne accostano due e se ne posa una terza sopra chiudendole insieme lungo la linea dei canter. Sul fronte solare si procede alla copertura sfruttando come orditura le filarole. Le tavole di mezzo (mesì), lunghe 5-7 m e larghe 20-25 cm, sono costituite da due assi sovrapposte, inchiodate, una più stretta dell’altra in modo da formare una controbattuta; sono fissate alle filarole  con cavicchi (cavic o biroi), in legno, lunghi circa 10-12 cm.

Le vetrate
Le Vetrate (envedriàe), lunghe 5 m consentivano il passaggio della luce nella serra e quindi garantivano il processo di fotosintesi. Esse sono lunghe circa 5-7 m e larghe 50 cm, sono formate da un telaio e traversine in legno di abete che fanno da supporto ai vetri. Vengono appoggiate sempre per il lungo e fermate con assicelle (pasarele o galec), in legno, girevoli intorno ad un chiodo.

Le portiere
Portiere (usere) lunghe circa 5-7 m e larghe 50 cm., sono semplici tavole accostate in piano e unite con chiodi su tre assicelle trasversali, sono provviste di cardini per aprirle al fine di ridurre l’umidità all’interno della serra. Anch’esse vengono bloccate con le pasarele o galec. 

Tra un pilastro e l’altro si fissano in genere 5-6 assi di mezzo (mesì), 2-3 vetrate (envèdriàe) e 2 portiere (usere). Le mensole in pietra si usano per appoggiare delle assi di legno dove i giardinieri potevano salire per posizionare la copertura in vetro con più facilità. Per mantenere la temperatura adatta alla vita dei limoni in passato veniva posizionata una ciotola sul castello contenente acqua che veniva controllata regolarmente durante l’inverno  e quando si formava uno strato, anche leggero, di ghiaccio, si iniziavano ad accendere dei fuochi per riscaldare. Oggi, in caso di temperature rigide, una caldaia riscalda l’interno della serra. La limonaia sorge tra due torrenti, Baès e Piovere, che venivano utilizzati in passato per l’irrigazione; l’acqua arrivava dai due fiumi, scorreva nelle canaline e bagnava ogni pianta.