GLI STATUTI DI TIGNALE


 

Questi Statuti ci tramandano un grande senso civico, questo ha permesso alla comunità di ottenere un certo grado di autonomia rispetto agli altri comuni dell'alto garda, che dovevano sottostare alle leggi feudali prima e a quelle delle repubblica di Venezia poi.

Il primo Statuto risale al 1467, forse il risultato di aggiunte e modifiche condotte progressivamente sulla versione originaria, risalente al XIV secolo. In apertura si legge: «affinché gli statuti e gli ordinamenti del Comune e della terra degli Uomini di Tignale […] che non solo da essi ma anche dai lontani loro predecessori furono assiduamente praticati […] fossero noti e chiari». Lo Statuto era ritenuto così importante che  «tutti gli abitanti di sesso maschile […] oltre i quattordici anni si riunissero per ascoltare i detti Statuti […] sulla piazza della villa di Gardola, dove si amministra la giustizia».
Ascoltata la lettura di Domenico Tonoli da Olzano, in un giorno non indicato dell’anno 1467, e «interrogati gli stessi singoli abitanti» dal vicario se quegli statuti «piacessero […] e se volessero rispettarli, metterli in pratica ed autenticarli […], tutti e ciascuno per sé e per i propri eredi e successori, si dichiararono d’accordo, all’unanimità e concordemente confermarono, approvarono e notificarono» Tutto ciò era contenuto in essi alla presenza di Jacopo figlio di Pietro di Condino, notaio di Preseglie.

Si tratta di un volume membranaceo di 15 carte, recentemente restaurato e legato in cartone ricoperto in pelle, di modeste dimensioni (mm 270×195). È compilato in minuscola gotica: il corpo del testo con inchiostro bruno, i titoli e i capilettera con inchiostro rosso. Quanto alla struttura, è articolato in 98 capitoli, tutti contenenti disposizioni particolari in materia di funzionamento delle magistrature comunali (cariche, competenze e salari degli ufficiali del Comune), di diritto civile e criminale, e ancora, in materia di tutela della proprietà dai danni provocati da furti e bestie.

Nel manoscritto vengono toccati vari argomenti, ed in particolare ci si sofferma su tematiche di convivenza e sui comportamenti che dovevano essere seguiti per garantire un armonioso vivere comune. Tra tutti spicca uno statuto che obbliga la comunità, in particolare amici, parenti e vicini, a prendersi cura delle vedove e dei "pupilli" di esse, delle famiglie colpite da malattia o disgrazie: un regolamento simile raramente è stato trovato in altri statuti del tempo. La collaborazione tra gli abitanti era fondamentale: ogni cittadino maschio, tra i 14 e i 65 anni, doveva occuparsi della riparazione delle strade, e al suono della campane (o al grido "eu foras") ogni cittadino maschio o femmina maggiore di anni 14 era chiamato prestare soccorso in situazioni di emergenza.

Gli statuti regolavano anche le attività durante le varie stagioni: fare il fieno (luglio-agosto), tagliare la legna (in base alle decisione degli amministratori) tranciare le viti (al tempo era molto coltivata assieme all'olivo) e la sospensione di qualsiasi attività la domenica e nei giorni festivi.  Era vietato possedere "animali che brucano" poiché potevano rovinare il prezioso fieno, venivano dati premi in denaro a chi uccideva bestie feroci come lupi o orsi (al tempo presenti sul territorio) che cacciavano gli animali "buoni da mangiare", e in caso queste prede fossero ancora commestibili i concittadini del malcapitato erano obbligati a comprarne un pezzo per riparare al danno fatto.

Esiste anche un elenco delle varie sanzioni adottate e che colpivano, ad esempio, chi vendeva il vino con bottiglie non tarate, chi bestemmiava o insultava (viene menzionato addirittura il tipo di multa in base al tipo di insulto – come cacasangue ad esempio), a chi percuoteva il rivale con un bastone o con una pietra, a chi rubava il fieno o i tralci di vite ecc. Questo ci dimostra tuttavia che la convivenza tra i tignalesi non era sempre pacifica e a volte si verificava qualche fatto criminale – in questo caso la gestione veniva affidata direttamente alla Riviera di Salò.

"Statuti di Tignale" a cura di Antonio Masetti Zannini, prefazione di Gabriella Motta Masussi Edizioni Grafo Brescia aprile 1989 ISBN 88-7385-013-3,  racconta e riporta gli statuti, può essere trovato nella biblioteca civica del comune.